Call Center: Azzola (Slc Cgil), arrivati i primi 450 licenziamenti nell’indifferenza delle istituzioni

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Venerdì 26 febbraio, Gepin Contact e Uptime hanno aperto le procedure per il licenziamento di oltre 450 lavoratori occupati nelle sedi di Roma e Napoli. Lo annuncia in una nota Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

Licenziamenti annunciati, cui ne seguiranno già dal mese di marzo altre migliaia, diretta conseguenza delle gare di attività per attività di customer gestite da Poste ed Enel senza prevedere l’applicazione della clausola sociale votata dal Parlamento italiano.

Nelle stesse ore, mentre il sindacato attende la convocazione dal Governo per individuare le soluzioni necessarie a evitare gli oltre 8000 licenziamenti che si concretizzeranno nei prossimi mesi, è giusta la notizia che Poste ha deciso di assegnare i lotti 3 e 4 della gara realizzata (il 4 è proprio quello relativo a Gepin) senza minimamente affrontare il tema delle clausole sociali, scaricando su Governo e Sindacato gli esuberi causati da tale irresponsabile comportamento – prosegue il sindacalista.

Nel caso del lotto 3, peraltro, si assegnano ad altri le attività gestite da Abramo CustomerCare, che ha rilevato pochi mesi fa il ramo d’azienda gestito da Infocontact, fallito con oltre 60 milioni di debito nei confronti dello Stato. Così, lavoratori già passati attraverso le procedure concorsuali dell’azienda precedente, si vedranno recapitare le lettere di licenziamento a soli 8 mesi dal salvataggio precedente.

E’ inaccettabile che aziende quali Poste ed Enel – prosegue Azzola – il cui controllo è tuttora riferibile allo Stato, decidano di scaricare sulle Istituzioni migliaia di licenziamenti che produrranno veri e propri drammi sociali in aree del Paese già difficili e particolarmente esposte sul piano dell’occupazione.

Tutto questo avviene non per scelte strategiche o industriali, ma soltanto per garantire ai responsabili degli uffici acquisti delle aziende committenti ingenti premi di risultato per i risparmi conseguiti, sulle spalle delle persone occupate e del futuro stesso del Paese.

E’ evidente che il procedere di queste scelte determinerà una condizione di difficile tenuta sociale, caricando la manifestazione del prossimo 11 marzo di tensioni e attese prive di ogni risposta – incalza il sindacalista. Stupisce che il Governo latiti consentendo il licenziamento di migliaia di persone e la proliferazione di nuove aziende che offrono tariffe sotto il costo del lavoro, giocando sulla violazione delle regole e il mancato rispetto dei diritti e delle leggi di questo Paese.

Le lavoratrici e i lavoratori del settore, insieme alle loro rappresentanze sindacali e alle organizzazioni sindacali non subiranno passivamente le scelte scellerate di chi non ha a cuore gli interessi sociali del Paese perseguendo solo l’interesse del profitto personale nè consentiranno all’ignavia delle Istituzioni di permettere l’uscita di scena di migliaia di persone nel silenzio.

Il sindacato sarà alla guida della vertenza che ha come unico obiettivo quello di chiedere che le Leggi dello Stato siano rispettate da tutti, a partire dalle grosse aziende il cui controllo resta nelle mani dello Stato – conclude Azzola. Il Governo fermi lo scempio che si sta compiendo e apra immediatamente un tavolo di confronto per evitare le migliaia di licenziamenti del settore.

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